Film brutto fresco fresco: il remake de Il giustiziere della notte

Domenica 30 Ottobre 2022

Premessa 1: SPOILER ALERT
Premessa 2: conosco abbastanza questo film per colpa di mia nonna, nota cultrice del genere ultraviolento. Non chiedetemi per quale motivo, dietro all'aspetto di una donnina fragile e gentile, si celi un animo oserei dire sanguinario.
Comunque, tornando al film, la versione originale è una robetta leggera: Charles Bronson diventa un vigilante ammazza tutti, dopo che gli hanno sostanzialmente fatto fuori la famiglia. È indubbio che qui si parla di capolavorohhh , come avrebbe il buon Ricciardo Benzoni, soprattutto se si pensa che è stato tratto da un romanzo con intenti chiaramente contro il vigilantismo, mentre il film diciamo che non va nella stessa direzione del romanzo... C'è anche da dire che, sia il romanzo che il film, sono stati prodotti in un momento storico un attimino violento in America, come viene spiegato qui. Per i motivi appena citati questo film, appena uscito, è divenuto subito un cult, e tale è rimasto negli annali del genere exploitation. InZomma, tutto ciò che può desiderare un amante della serie Z!
A rovinarci il ricordo ci viene incontro questo assolutamente non richiesto remake: a parte che, come ho detto prima, Il giustiziere della notte era storicamente contestualizzato NEGLI ANNI '70, adesso quale stracazzo di senso ha? Spiegatemeloh.
Ma partiamo così: siamo a Chicago (no, non nelle braghe, non fa ridere dal 1997), Bruce Willis è un chirurgo monoespressivo dedito al proprio lavoro, nonostante lo porti a salvare anche chi non se lo merita; illuminante, in questo senso, il passaggio iniziale in cui dopo non essere riuscito a salvare un poliziotto, si trova a dover operare colui che gli ha sparato, nonostante l'evidente scoramento del collega del poliziotto. Le battute - più o meno:
«Mi spiace, non sono riuscito a salvare il suo collega»
«Ma dove va, a salvare quello che gli ha sparato?!»
MA BELIN È UN MEDICO!
Comunque, Bruce Willis ha una bella famiglia: Elizabeth Shue, evidentemente annoiata dalla quotidianità, perché altrimenti non si spiega la sua partecipazione a questo capolamerda e l'ultima ex di DiCaprio, Camila Morrone, una specie di Corinna Negri che ancora non nasconde la sua età. Il plot twistone che ci porta al succo di questa pellicola è il seguente: praticamente vanno a pranzo con il fratello di Bruce Willis - un Vincent D'Onofrio con un evidente bisogno di soldi come il personaggio interpretato - e il parcheggiatore fotografa il loro indirizzo dal navigatore. Già. Come sempre grandisssssimi sforzi di scrittura: almeno nella versione originale i malviventi pedinavano la moglie e la figlia di Charles Bronson, ma vabbè, siccome siamo nel XXI secolo famolo tegnologgggigo. Facendola breve, Bruce e i suoi dovrebbero andare a cena fuori per festeggiare il suo compleanno, ma un contrattempo lo richiama in servizio, così madre e figlia restano a casa e il resto è abbastanza ovvio: tornate dalla spesa, i malviventi tentano di derubarle e, di fronte alla loro ribellione, sparano alla madre e crepano di mazzate - ? non si capisce bene, giuro! - la figlia, che finisce in coma. In tutta onestà, è decisamente edulcorata l'aggressione rispetto alla versione originale - per fortuna aggiungerei - ma, di nuovo, l'obiettivo della pellicola originale, in parte, era anche quello di scatenare una reazione nello spettatore, di fronte ad una violenza inaudita inflitta per motivazioni quantomeno assurde, contestualizzato tutto rispetto al clima violento dell'epoca: ecco, in questo caso, l'unica sensazione suscitata è quella dell'ennesimo dejà-vu del tutto evitabile. O, tutt'al più, la voglia di scuotere Bruce Willis nel tentativo di vedere un'espressione diversa, rispetto a quella da moai che assume per tutto il film.
Vabbè, a questo punto, c'è il momento del cordoglio, del dolore e del suocero che consiglia a Bruce quali armi comprare: NRA intensifies! Bahahahahahah, forse è uno spottone per la lobby nelle armi, mi sono sbagliata.
La polizia, ovviamente, è sempre inutile: questa è una costante nei film e nelle serie tv americane, è incredibile la mancanza di fiducia che hanno; in effetti, è difficile avere fiducia in Dean Harris e collega, la linea comica di questo film, impegnatissimi a dir cazzate sui carboidrati, invece che indagare sui crimini.

A Dean, mò non esageriamo su...

A questo punto, c'è il secondo plot twistone: Bruce Willis si rompe il cazzo per l'inefficienza della polizia e decide di diventare un vigilante, con l'arma ciulata ad un gangster finito sotto i ferri (übermegalol), per vendicarsi di chi ha distrutto la sua famiglia. E come si fa? Semplice, si cercano tutorial su Youtube!
Non scherzo, sono presenti numerose scene dove Moai Bruce cerca guide su internet: ripeto, va bene che siamo nel XXI secolo, ma minchia almeno cerca nel Deep web tramite Tor, non su YOUTUBE! Only grr reactions. Uno dei punti più alti del film, è quando il nostro Moai Bruce decide di scendere in campo e miete la sua prima vittima. Diciamolo, va tutto benissimo: si ferisce la mano sinistra perché non sa sparare e diventa virale su internet, un successone! Rimane in incognito, grazie al potere del cappuccio che lo rende irriconoscibile, nonostante sia solo un cazzo di cappuccio tirato su, cioè la faccia si vede praticamente sempre. Sceneggiature fantasiose e dove trovarle.
La cosa migliore è che i testimoni delle sue imprese non riescono mai a riconoscerlo, mentre i malviventi a cui sta dando la caccia sanno chi è lui, nonostante non lo abbiano MAI visto, inGredibbileh!
L'altra cosa top è il fatto che letteralmente NESSUNO colleghi il fatto che Moai Bruce sia ferito alla mano come il vendicatore: la polizia va a parlargli dopo aver ritrovato un pezzo della refurtiva, lui nasconde la mano sinistra e gnente, Dean Harris con la collega non ci fanno minimamente caso, addirittura sospettano di Vincent D'Onofrio, nonostante non abbia ferite sulle mani... Qui siamo oltre il commissario Winchester!
winchester

L'intrepida polizia di Chicago

Tutta la parte dedicata alla vendetta fila senza intoppi fino, per ovvi motivi, all'ultimo malvivente: per logica, questa parte sarà quella con più patros di uominiedonniana memoria, anche perché come ci arrivi a 90 minuti di pellicola? Il capo dei cattivoni, praticamente, gli dà appuntamento in un localino niente male, all'interno dei cui cessi parte una sparatoria durante la quale, nonostante il cesso in cui si è rifugiato Moai Bruce venga crivellato di colpi, viene giusto giusto colpito alla spalla. Tutto assolutamente plausibile! Oltretutto, l'übercattivo lo denuncia come vigilante - überlol - alla polizia, che finalmente riesce a fare 2 + 2, ma non avendo alcuna prova, non può fare ancora nulla. Arriviamo allo scontro finale, durante il quale la rediviva figlia futura ex di DiCaprio riesce a non capire un cazzo uscendo dal nascondiglio, nonostante Moai Bruce le abbia detto di stare chiusa dentro, ma il cattivone viene sconfitto in maniera discretamente sanguinosa. Non vi dico in che modo Moai Bruce riesce ad "intortare" (tra virgolette, perché la pellicola fa comunque intendere un po' di connivenza tra loro e Moai Bruce che fa il lavoro sporco) la polizia, perché rasenta davvero l'idiozia: un grande lavoro di fantasia degli sceneggiatori, non c'è che dire!
Inutile dire che questo remake è veramente imbarazzante sotto ogni aspetto: ora, Charles Bronson non era certo Marlon Brando, sia chiaro, ma Bruce Willis in questo film raggiunge delle vette di espressività che manco Gabriel Garko (forse è anche causa della malattia e per questo mi spiace molto), il resto non pervenuto a parte Vincent D'Onofrio che fa sempre la sua figura; la storia coinvolge forse all'inizio, ma poi vuoi per l'inespressività generale, vuoi per le trovate assolutamente zeniali, si finisce per perdere interesse.

La chicca cringe: uguali, no?